domenica 8 marzo 2009

Hardware opensource

Non sono un esperto di elettronica e non posso neanche vantare grosse conoscenze di programmazione di microcircuiti, ma analizzare curiosi modelli di business è ormai diventato il mio passatempo preferito e questo curioso articolo di Wired, merita a mio avviso, non dico una profonda analisi, ma attenta e vivace divulgazione cui non voglio esimermi.
La cosa poi si fa anche interessante, perché l'hardware opensource non è proprio come un software opensource. Riprodurre quest'ultimo infatti non costa nulla a chi l'ha realizzato: Linus Torvalds non aveva bisogno di spendere ogni volta che qualcuno scaricava una copia di Linux, per poterci lavorare su e magari migliorarlo. Nell'interessante articolo di Wired, si parla di Arduino, una scheda elettronica rilasciata con una licenza Creative Commons, che permette cioè di poter disporre della documentazione tecnica della scheda e del software e copiare liberamente il dispositivo senza il pagamento di alcuna royalty.
La cosa poi si fa anche interessante, perché l'hardware opensource non è proprio come un software opensource. Riprodurre quest'ultimo infatti non costa nulla a chi l'ha realizzato: Linus Torvalds non aveva bisogno di spendere ogni volta che qualcuno scaricava una copia di Linux, per poterci lavorare su e magari migliorarlo.
Quindi se sei un hacker e ti interessa un dispositivo hardware con cui smanettare non devi fare altro che:
1) Scaricare lo schema e i file della scheda dal sito http://arduino.cc.
2) Modificarli a tuo piacere attraverso un editor CAD (magari anche questo gratuito e multipiattaforma come ad esempio http://cadsoft.de/eagle50e.pdf)
3) Caricare il nuovo progetto su BatchPCB ed inviare il tutto ad uno dei tanti produttori cinesi, che per quasi 10 dollari al pezzo produrranno la scheda
4) Ordinare i componenti su internet ad esempio su digikey.com e con questi realizzare il dispositivo saldando a manina i componenti sulla scheda da voi progettata

Ora avete il vostro prototipo con il quale giocare e far crescere. Non dimenticate inoltre di rilasciare tutto quanto a disposizione di altri che verranno. La licenza infatti permette di accedere ai segreti del dispositivo, ma patto di rilasciare pubbliche tutte le migliorie.
Questa è infatti la chiave del modello economico dei progetti opensource: rinunciare a parte del guadagno che si avrebbe con le licenze per poter disporre di una base ampia di utilizzatori e di potenziali progettisti.
Mai come in questo caso è calzante l'impiego del termine prosumer: il consumatore collabora attivamente nella progettazione/produzione del bene.

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