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venerdì 10 settembre 2010

Un professionista IT a noleggio

Anche oggi Obama dichiara che la crisi che ha coinvolto il mondo intero da un paio di oggi stenta ancora ad evaporare dallo scenario collettivo. Il mondo ICT non fa accezione, anzi i cali degli investimenti aziendali sembrano coinvolgere soprattutto l'area dell'Information Technology. Ormai si è diffusa l'idea che si possa ridurre gli investimenti di ricerca ed evoluzione tecnica, senza intaccare la propria competitività commerciale.
Non dimentichiamoci infatti che l’Italia si piazza al quarto posto tra i paesi appartenenti all’Unione Europea per numero di esperti nelle ICT, arrivando a offrire il 10% della forza lavoro totale europea.
Questa situazione espone migliaia di tecnici e professionisti al rischio occupazionale, ma ora si affaccia una nuova possibilità offerta dalle piattaforme di mediazione online, capaci di fornire un solido punto di incontro tra domanda e offerta di lavoro, senza scomodare altri intermediari.

Twago, è una di quelle che si sta imponendo per le sue caratteristiche di efficacia e semplicità.
Lo strumento sembra utile in quanto, in assenza di impieghi stabili, fornisce ai professionisti IT una valida alternativa per evitare lunghi periodi di inattività e per mantenere vitale e aggiornato il proprio curriculum.

L’iscrizione al servizio è gratuita e consente di aver accesso a progetti di aziende italiane ed internazionali.
Il meccanismo di utilizzo della piattaforma è piuttosto intuitivo. Praticamente le operazioni di assegnazione del lavoro possono essere descritte in tre semplici passi:

1. l’azienda rende disponibile una posizione attraverso la pubblicazione di un progetto
2. i lavoratori freelance inviano la propria offerta in funzione delle esigenze dell’azienda
3. l’azienda seleziona il professionista a cui affidare il progetto in funzione dell’offerta

A questo punto il gioco è fatto e le parti possono esprimere la propria soddisfazione nella collaborazione attraverso un sistema di rating reso poi pubblico a vantaggio dell’intera comunità.
La piattaforma inoltre permette di gestire anche la procedura di pagamento in totale sicurezza per entrambe le parti.

domenica 1 agosto 2010

Caro vecchio fax. Gratis attravero il web


Iservizi di email hanno di fatto soppiantato gli scambi di documenti via fax. Purtroppo però questo strumento è ancora lontano dall'andare in pensione e a volte capita la necessità di inviare un fax. Se vi serve mandare sporadicamente dei fax vi suggerisco i servizi via web offerte da Faxalo. Si tratta di un sito web che permette gratuitamente di faxare un massimo di tre documenti giornalmente verso qualsiasi numero di telefono italiano, in maniera veloce ma soprattutto gratuitamente.

Per poter utilizzare il servizio, vi accorrerà registrarvi sul sito in questione ed effettuare il login; una volta effettuato l’accesso vi basterà caricare il file da faxare sul sito di Faxalo, inserire un numero di fax esistente e premere su “Invia”, una volta inviato il fax ricevere una notifica sull’email di iscrizione nella quale sarete informati dell’avvenuta ricezione o meno del fax.

Un servizio davvero utili da tenere sempre a portata di mano.

Se invece avete bisogno di un numero per ricevere i fax, allora dovete provare il servizio di Eutelia che vi permette di avere un numero di telefono riservato per ricevere i fax. Fate però attenzione perchè dopo 90 giorni di inattività tende a disattivarsi.

mercoledì 28 luglio 2010

Ossimoro tecnologico

 Purtroppo a volte la vita ci riserva brutte sorprese. Da anni utilizzo servizi web con notevole soddisfazione. Come privato ho maturato numerose esperienze: banche online, stampa  delle foto, blog, webmail, aste online. Solo in rari casi sono rimasto deluso del servizio. Come azienda quindi mi aspettavo delle prestazioni migliori e tutto mi sarei immaginato tranne che rimanere così deluso dai sistemi informativi di Telecom Italia.
Devo assolutamente condividere questa esperienza, nella speranza che possa essere da esempio e monito per qualche altro utente.
Per i soliti motivi di controllo dei costi, si è deciso di attivare il sistema di ebill di Telecom che permette di avere report in tempo "quasi reale" sui consumi delle utenze telefoniche. Partiamo quindi con la procedura di registrazione del mio utente per accedere al servizio. E qui inizia il calvario.
Venerdì 23 luglio: Accedo al sito di tim.it e inizio la registrazione: ebbene si, prima di registrarsi come utenza business del sito impresasemplice.it (che è il nuovo nome dell'area business) ci si deve registrare prima sul sito tim.it come privato con i propri dati personali. Peccato che in fase di registrazione viene chiesto di copiare i dati delle captcha che però non vengono mostrate sul sito. Penso ad un problema del mio browser, provo quindi con Internet Explorer, Firefox, attivo/disattivo il proxy ma non cambia nulla: le immagini captcha non vengono mostrate. Non mi resta che segnalare il problema a Telecom e attendo fiducioso.
Lunedì 26 luglio: riprovo la registrazione e miracolo ora le captcha funzionano. Mi registro quindi come privato sul sito tim.it. Poi passo sul sito impresasemplice.it ma qui dopo aver inserito i codici delle immagini captcha (che per miracolo ora funzionano anche qui) ricevo un errore del proxy interno del sito telecom perchè l'application server non risponde. Ancora una volta riporto gli errori a Telecom e aspetto...
Martedì 27 luglio: Finalmente completo la registrazione ma ho solo una password temporanea inviatami via mail.. I codici definitivi mi arriveranno per sms (anche perchè DEVI avere un abbonamento telefonico Telecom per riceverlo) o forse via telegramma.

Mercoledì 28 luglio: Finalmente ho accesso al sistema entro e cosa vedo? Nulla. Solo la presentazione dei vari servizi e report ottenibili. Provo quindi ad entrare nell'area dell'ebill e come mi ritrovo? Un nuovo modulo di iscrizione, in due parti via web e via carta, da inviare naturalmente via fax (!!!) alla telecom. E fortuna che che si chiama Impresa Semplice!!

Ma in casa Telecom si rendono conto che siamo nel 2010?? O forse fa parte di una sottile strategia per scoraggiare i clienti da chiedere servizi a valore aggiunto ad una azienda che vuole solo fatturare la fonia fissa e mobile. Poveretti, non si rendono conto che è un'attimo perdere un i clienti.
Mi risuonano in mente le parole di Beppe Grillo durante l'ultimo incontro degli azionisti: "Siete finiti, non lo sapete ma siete già morti!"

lunedì 9 novembre 2009

Prove di Crowdsourcing


Oggigiorno nessuno può evitare il fascino dei neologismi ed in ambito web2.0 l'impiego dei termini inglesi attira più del miele. Oggi vorrei parlare del Crowdsourcing, ovvero come definisce wikipedia: un modello di business nel quale un’azienda o un’istituzione richiede lo sviluppo di un progetto, di un servizio o di un prodotto ad un insieme distribuito di persone non già organizzate in un team.
Inizialmente il crowdsourcing si basava sul lavoro di volontari ed appassionati che dedicavano il loro tempo libero a creare contenuti e risolvere problemi. Ma c'è chi ha pensato di formalizzarne il processo ed introdurlo nei proprio processo aziendale: sul primo step, l'azienda ha un problema e, sull'ultimo, ottiene i suoi profitti. Nel mezzo del cammino, le folle online propongono soluzioni, premiate ed acquisite dai manager. Tutto facile e perfetto, anche se in realtà non tutto gira come dovrebbe.
Il sito Linkedin forse ne sa qualcosa, visto che questa estate è riuscito ad irritare diversi suoi utenti, traduttori professionisti, chiedendo loro di tradurre parti del sito in lingue straniere in cambio di un badge LinkedIn o "perché è divertente". Quest'ultimo incentivo non ha reso così sorridenti i circa 12mila professionisti interpellati che hanno visto sminuito il valore del loro operato professionale.
E' nato così sul sito lo stesso social network un gruppo di protesta giunto a quota 300 iscritti. E LinkedIn come ha reagito? Intanto il product manager Nico Posner, responsabile delle versioni del sito in giro per il mondo, dal blog ufficiale, fa sapere che "attualmente stiamo indagando sulla maniera migliore di tradurre il nostro sito in diverse lingue".
Dopo tutto come diceva Thomas Stearns Eliot: "Where is the wisdom we have lost in knowledge?
Where is the knowledge we have lost in information?"


venerdì 11 settembre 2009

Rendi la tua presentazione unica e metti in pensione PowerPoint

Prize è una soluzione che incrocia un tool per sviluppare mappe mentali e un programma per fare presentazioni, che permette di sviluppare impressionanti presentazioni via web con una immersivo coinvolgimento dello spettatore che ha davvero stupito. Il concetto della soluzione si sviluppa abbandonando il classico concetto di presentazione con slide sequenziali tipiche di prodotti in stile PowerPoint, dove l'unico modo per migliorare e stupire è cambiare lo stile di transizione tra unaslide e l'altra.

Su Prize invece tutto l'editing si sviluppa su un unica grande pagina, che attraverso rotazioni, zoom e animazioni, permette di sviluppare la sequenza desiderata.

Sul sito è possibile iscriversi e con un profilo gratuito è iniziare subito a creare le proprie presentazioni on line e scaricarsi il risultato anche offline. In aggiunta attraverso un profilo a pagamento ci si può scaricare un editor multipiattaforma (windows, mac e linux) che funziona offline e supporta anche il touch screen.

Se volete un simpatico esempio di come funziona prize, guardate come un 9enne (in spirito) sviluppa una presentazione per convincere il comune a regalare i gelati ai bambini.




lunedì 16 marzo 2009

Never eat alone, non mangiare mai da solo


"Never eat alone", non mangiare mai da solo, è il titolo di un libro best seller negli Usa, purtroppo non ancora tradotto in Italia, scritto da Keith Ferrazzi, uno che era partito socialmente "debole", in quanto figlio di un operaio e di una colf, ma che proprio solo grazie al network di relazioni costruito fin da ragazzo, ha visto realizzarsi una carriera di tutto rispetto, con tanto di borsa di studio a Yale, un Mba ad Harvard e tanto altro. Ovvero usa più tempo possibile per stabilire legami con gli altri e costruire reti di conoscenze.
Certamente questo non è la scoperta del secolo, perché le reti sociali sono sempre esistite. Oggi però far parte di un network è diventato indispensabile per trovare un buon lavoro e fare carriera. La grande novità è che la moda esplosa negli ultimi anni per i “social network”, rende tutto più facile ed accessibile.
Non dobbiamo però dimenticare che internet è solo uno strumento: tutto sta ancora nella nostra capacità di gestire la relazione fisica. Solo questo ci permetterà di coltivare un fertile network.
Sembra esserne convinto anche Pier Carlo Pozzati, presidente di Milanln, una rete sociale nata da un gruppo di utenti Linkedln: “Internet ha dato grande diffusione al social network, ma ciò che farà la differenza sarà il
ritorno al mondo reale. Cosa che noi facciamo con incontri settimanali, dai quali nascono conoscenze che fruttano cambi di lavoro e accelerazioni di carriera”.
Che appartenere ad un network sia un aspetto ormai fondamentale, nel mondo del business, viene confermato anche da Andrea Sianesi, mio ex docente ed ora responsabile Mba del Mip, la scuola di management del Politecnico di Milano: "Non a caso al Mip consideriamo un asset strategico il rafforzamento della rete di ex alunni, che è un canale forte per trovare lavoro e fare carriera».
Se siete interessati all'argomento e non potete permettervi un master specifico, vi consiglio questi interessanti percorsi formativi offerti da youtube:



venerdì 6 marzo 2009

Coworking


Pensavo di essere abituato a tutte le formule lavorative esistenti, ma mi devo ancora una volta ricredere.
Dopo il full-time, part-time, a progetto, il telelavoro, il team working, la gestione per progetto e per progetto, ho scoperto da poco il coworking.
Si tratta di permettere a diversi professionisti di lavorare assieme per condividere le risorse comuni.
Ora infatti i lavoratori domestici, i professionisti che non si possono permettere un ufficio tutto per loro o semplicemente chi è di passaggio da una città ha una possibilità in più.
Stanno infatti sorgendo delle società che permettono di affittare una postazione di lavoro (con stampante accesso ad internet, fax, e volendo anche il pc) una sala riunioni a quanti ne hanno bisogno.
L'idea è interessante e il progetto che si è sviluppato a Milano (il Cowo), sembra giovane e stimolante.
Un imbocca al lupo a questi volenterosi giovani imprenditori

mercoledì 28 gennaio 2009

The best place to work


Lo sanno ormai anche i sassi che c'è crisi, e che con i tempi che corrono, avere un posto di lavoro sicuro è già una buona notizia, ma è inevitabile misurarsi con gli altri e cercare di scoprire se attorno a noi esiste un lavoro migliore.

Per tutti questi curiosi riporto l'analisi che ogni anno Fortune pubblica sulle migliori 100 aziende presso cui lavorare. Udite udite: per una volta non è Google a guidare la classifica, ma NetApp.

Peccato che l'analisi riguardi solo gli Stati Uniti. Ad ogni modo il sito merita una visita anche perché è ricco di articoli interessanti e di video accattivanti.


giovedì 17 aprile 2008

Il tuo prossimo pc aziendale... un apple!


Ebbene si! Siamo ad una svolta epocale. Finalmente sono stati sdoganati i pc di casa Apple per l'uso aziendale. O per lo meno questo è quanto viene dichiarato da (niente poco dimeno) da IBM!. A quanto sembra infatti Ibm è fortemente tentata dai prodotti. L'idea di passare ai computer della Mela abbandonando i Thinkpad (che ormai sono di Lenovo) per passare ai MacBook Pro è infatti in corso di sperimentazione in questo periodo all'interno di un progetto denominato Research Information Services: un test pilota che ha coinvolto 24 dipendenti della multinazionale per un periodo di circa 4 mesi ai quali è stato sostituito il classico portatile ThinkPad con un MacBook Pro.

Risultato del test? Allo screening finale hanno risposto 22 persone delle 24 iniziali: 19 su 22 hanno scelto di continuare a lavorare con il Mac e solamente 3 di tornare a Windows sul ThinkPad. Date anche le serie motivazioni che hanno motivato gli intervistati, sembra che IBM stia seriamente considerando il Mac come piattaforma alternativa, in sostituzione o in combinazione con Windows e Linux.

Per maggiori dettagli sulla notizia originale leggete qui.


PS Saranno contenti tutti quegli amici che stanno bramando la sostituzione del loro vecchio Acer o Toshiba con un bellissimo Mac Air...

martedì 1 aprile 2008

15 cose che puoi fare subito per aiutare la tua carriera

Eccovi una interessante lettura su come sviluppare tatticamente un piano per migliorare la propria carriera, sviluppato nei seguenti 15 punti:
1) Fai una lista di tutte le cose che hai fatto oggi/questa settimana/questo mese per supportare la tua società, datalo e mettilo in archivio
2) Invia delle mail di ringraziamento ai collaboratori, clienti, partner.
3) Migliora le tue capacità nello scrivere
4) Fatti dei biglietti da visita professionali
5) Mantieni contatti con colleghi, clienti, partner, fornitori con mail relazionali
6) Proponi una soluzione a problematiche persistenti in ambito lavorativo
7) Alza il telefono e contatta i colleghi della tua società per avere una maggiore visione d'insieme
8) Migliora le tue proprietà di linguaggio
9) Renditi più presentabile e curato
10) Rivedi il tuo CV
11) Mantieniti aggiornato su quello che accade nel monto nel tuo settore
12) Prepara in anticipo dei commenti per il prossimo meeting
13) Migliora la tua capacità di esporre in pubblico
14) Mantieni pulita ed in ordine la tua area di lavoro
15) Tieni in mente dove vorresti essere tra 5 anni e crea un piano per raggiungere tale traguardo

Blogged with the Flock Browser

mercoledì 26 marzo 2008

10 trucchi per migliorare la tua produttività in ufficio

Vi propongo in diretta da lifehacker 10 trucchetti per migliorare la vostra produttività in ufficio che vi permetteranno di superare senza troppo stress le giornate più impegnative e non saltare quell'aperitivo a cui tenevate tanto... Si va da semplici consigli come scriversi le cose da fare prima di uscire dall'ufficio in modo da avere già tutto pronto e chiaro appena arriviamo in ufficio, al NON leggere le mail appena si arriva alla propria scrivania (si lo so è veramente difficile lo so!!!!) al non scrivere più di 5 frasi in una mail!

Alcuni di questi consigli sono stravaganti e difficilmente credibili, ma vi assicuro che quanto riportato è assolutamente vero.

Blogged with the Flock Browser

mercoledì 30 gennaio 2008

Fatti pagare per un colloquio

Avete mai pensato al fatto che quando provate a cambiare lavoro, c'è sempre la scocciatura di dover sostenere colloqui, che nel 80% dei casi risultano solo una perdita di tempo? Avete mai pensato a quanto sarebbe bello essere retribuiti per sopportare questi colloqui, magari in base alla vostra attuale posizione e al reddito....
Bene se la vostra risposta a tutto questo è SI, avete pensato a http://www.notchup.com/, un sito che vi propone questo sogno!

Sul sito con un apposito calcolatore vi viene proposto un valore economico alle interviste per il vostro profilo, ma voi siete liberi di fissare il vostro prezzo, riducendolo per aumentare le possibilità di contatto o aumentandolo per fare subito uno screening sulle proposte.
Il modello di business è interessante è semplice: le aziende pagano direttamente il candidato e non gli intermediari e risparmiano parecchio. I candidati vengono rimborsati per l tempo che dedicano all'attività e il network sfrutta questo differenziale "economico" per attirare popolazione e rubare la scena a siti più storici tipo Linkedin.

Inutile dire che il sito è americano e che le compagnie che usano questo sito sono del calibro di Google, Yahoo, Barracuda...

Anche se il progetto è ancora in beta, auguro un enorme successo all'iniziativa nella speranza che altri progetti, con questo interessante modello di business, si sviluppino presto n Europa, ed in particolare in Italia... ma IMHO la vedo molto dura...


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sabato 19 gennaio 2008

Pratici esempi di Adverse Selection in ambito lavorativo

Come riporta wikipedia per selezione avversa si intende "ogni situazione in cui una
variazione delle condizioni di un contratto provoca una selezione dei
contraenti sfavorevole per la parte che ha modificato, a suo vantaggio,
le condizioni."... io giuro che ancora oggi quando la leggo questa definizione non la capisco..ma forse con un esempio tutto ritorna più chiaro.

Se un'assicurazione aumenta il prezzo delle polizze, una parte della clientela probabilmente rinuncerà al rinnovo della polizza perchè è divenuta più cara. La rinuncia però riguarda la parte degli assicurati che con meno probabilità incorreranno in eventi che daranno luogo al rimborso
da parte dell'assicurazione, mentre i clienti più rischiosi continueranno ad avere convenienza nel restare con la compagnia anche in presenza di un maggior
costo del premio assicurativo, perchè ne sfrutteranno i rimborsi.

Il risultato del comportamento dell'assicurazione che modificando le condizioni contrattuali, spinge i

clienti meno rischiosi a non sottoscrivere più le polizze, con
conseguente aumento della percentuale della clientela rappresentata dai
soggetti più rischiosi è esattamente quella che si definisce Selezione inversa: la fuga dei clienti meno rischiosi implica che a parità di premio incassato per cliente, i rimborsi medi per cliente aumentano. Si ottiene così l'esatto contrario di quanto si voleva: l'assicurazione, che vorrebbe mantenere una clientela
meno rischiosa e meno costosa, finisce per ottenere l'esatto opposto per effetto della modifica delle condizioni
contrattuali.

Questo introduce il paradigma di mercato dei "bidoni" che George Akerlof ha sviluppato con il modello del mercato delle auto usate.

Se gli acquirenti di auto usate disponessero di informazione perfetta conoscerebbero con certezza il valore dell'auto, e pagherebbero semplicemente una somma eguale a tale valore. Gli acquirenti invece non sanno se stanno acquistando un "bidone" o un'auto buona, quindi saranno disposti a pagare un prezzo compreso tra quello dei bidoni e quello delle auto buona, basato sulla probabilità che l'auto messa in vendita sia un bidone.

I venditori saranno meno disposti a vendere auto buone, poiché il prezzo è troppo basso, ma venderanno più bidoni, perché su questi fanno un ottimo affare. Gli acquirenti si accorgono di questa tendenza, e non sono più disposti a pagare il prezzo di prima e pretendono uno sconto ulteriore. Il prezzo scende sempre di più e sempre più bidoni sono messi in vendita. Nel caso estremo, le auto buone non sono vendute affatto, e i bidoni dominano il mercato.

Perchè cito questo rimando di economia? Perchè al momento sto analizzando la gestione delle risorse umane in alcune aziende e quello che vedo è che siamo arrivati al termine dell'esempio sopra esposto: i bidoni dominano le scrivanie più importanti.

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sabato 1 settembre 2007

Rinforza il tuo network con Linkedin


Linkedin è un servizio di social networking online impiegato principalmente per networking professionale. La rete di LinkedIn conta al momento 9 milioni di utenti sparsi in America, Asia e Europa e cresce a una velocità di 100.000 iscritti a settimana.

La funzionalità offerta dal servizio è quello di consentire agli utenti registrati il mantenimento di una lista di persone conosciute e ritenute affidabili in ambito lavorativo (il proprio network di conoscenze). Le persone nella lista sono definite "connessioni", ed esse sono in effetti le connessioni di un nodo (l'utente) all'interno della rete sociale. L'utente può incrementare il numero delle sue connessioni invitando chi di suo gradimento. Inoltre il network di contatti a sua disposizione si amplia attraverso tutte le connessioni dei suoi contatti ("connessioni di secondo grado") e da tutte le connessioni delle connessioni di secondo grado ("connessioni di terzo grado").

C'è una famosa ipotesi secondo la quale con 6 gradi di separazione potremmo raggiungere ogni persona sul pianeta attravero una catena di non più di 5 collegamenti.

L'uso che si può fare del programma è molto ampio:


  • Ottenere un'introduzione a qualcuno che si desidera conoscere attraverso un contatto in comune.

  • Trovare offerte di lavoro, persone, opportunità di business con il
    supporto di qualcuno presente all'interno della propria lista di
    contatti o del proprio network.

  • I datori di lavoro possono pubblicare offerte e ricercare potenziali candidati.

  • Le persone in cerca di lavoro possono leggere i profili dei
    reclutatori e scoprire se tra i propri contatti si trovi qualcuno in
    grado di metterli direttamente in contatto con loro.

A Milano è attivo un club (MilanIn) che offre agli utenti la possibilità di incontrarsi.

Vi consiglio di provare il servizio per il quale sto iniziando ad ad inviare i miei inviti in questi giorni. Unica pecca è il fatto che è solo in inglese, in compenso sono riuscito a ritrovare in pochi link molti vecchi colleghi e compagni di università.

mercoledì 15 agosto 2007

La dura vita di un ingegnere aerospaziale

Che in Italia le chance offerte ad un laureato in ingegneria aerospaziale fossero poche non è di certo una novità. Spesso infatti questi giovani di talento che sognano di progettare una sonda spaziale o di partecipare ad un volo sullo shuttle si ritrovano di fronte ad una realtà di sbocco professionale ben più difficile.

Ma che addirittura ci si trovasse costretti a riciclare tale profilo per promuovere un vino, questo è addirittura uno sfregio agli sforzi e alle fatiche di questi giovani.

Mentre nella realtà infatti questi giovani laureati devono mettere da parte i solo sogni di progettazione e si ritrovano a programmare software di controllo per le poche azienda aerospaziali italiane, nella pubblicità si arriva all'impiego di questi profili come testimonial di vini.

Quasi quasi rimpiango il Michele, famigerato intenditore del noto whisky...

venerdì 9 febbraio 2007

Travolto da SAP (ancora)

SAP Germany Smart security carVorrei tanto sapere perché ogni volta che mi trovo a lavorare con consulenti che implementano uno dei tanti moduli di SAP, mi trovo sempre a dover affrontare aspetti drammaticamente critici sempre al momento del go-live.

Non so perché ma ogni volta c'è sempre uno o più particolari che alla fine ti travolgono. Nessuno lo dice mai, anzi ad ogni incontro con i consulenti (quelli che dovrebbero essere i tecnici di SAP) sono sempre tranquilli perché tutto è facile basta passargli 2 dati (naturalmente come li vuole SAP, con quei campi impronunciabili che sembrano le librerie dell'IKEA) e tutto funzionerà bene.

Poi si fanno i test e tutto è ok, tutto funziona e siamo pronti a partire. Quando però giri la chiave succede il finimondo: metà dei flussi vanno in errore perché SAP considera il numero di riga come una stringa e quando va ad ordinarli mette il valore "11" prima del "2", il codice che doveva alimentare 4 moduli del sistema in realtà non lo fa perché quel codice deve essere inserito su tre campi della testata e su 4 di ogni singola riga dei documenti (e non come riportavano le specifiche solo sulle righe).

Mi chiedo perché ogni volta finisce così. Perchè i test che vengono effettuati sull'ambiente di quality di SAP non riescono mai ad essere esaustivi?

E poi ti ritrovi per l'ennesima volta a lavorare il sabato :(

Basta, non ne posso più, voglio (anzi devo) assolutamente fare un corso di SAP, perché solo conoscendo il tuo nemico hai speranze di sconfiggerlo!!



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lunedì 29 gennaio 2007

Un nuovo posto


In questi giorni sto riflettendo su come affrontare un cambio di lavoro. Sono 4 anni che non cambio azienda e anche se so che non è nulla, anzi che farà solo bene al mio spirito, mi sento un po come un verginello che deve affrontare una grande prova... A riportarmi con i piedi a terra per fortuna ci sono le mie ragazze!!