sabato 6 ottobre 2007

Cara RIAA le emozioni della musica non si possono copiare né scaricare dalla rete


Mentre si diffonde in questi giorni la notizia che una giovane americana è stata condannata al risarcimento di 222 mila dollari per aver scaricato 24 brani dalla rete, vorrei rivolgere alle major una intelligente riflessione di Paolo Attivissimo commentando il concerto dei Police di martedì 3 ottobre:

"Assistere a un evento del genere, e alla partecipazione in massa del
pubblico, non fa che confermare che l'era del disco come elemento
chiave del meccanismo commerciale è finita o perlomeno è bene che
finisca. La pirateria musicale ha il pregio di far capire, nel modo più
efficace (all'altezza del portafogli) che gli artisti (o presunti tali)
non possono più starsene comodi in studio a registrare con roba
ipertecnologica che corregge i loro errori e fa sembrare un virtuoso
qualunque personaggio di cartone confezionato dai discografici. Devono
andar fuori a suonare, dal vivo, e mettersi in gioco, dimostrando il
proprio talento (se ne hanno). Perché l'atmosfera di un concerto,
l'ebbrezza di esserci, non si può duplicare e non si può piratare. E per queste emozioni la gente è disposta a pagare."

Blogged with Flock

Nessun commento:

Posta un commento