martedì 13 giugno 2006

Come la 3 zittisce il diritto di informazione


Ho già parlato del servizio di Report sul caso degli annunci pedopornografici della3. Oggi quel servizio è oggetto di una richiesta miliardaria per danni, senza precedenti: più di 130 milioni di euro. L'azienda telefonica 3 sostiene infatti che, dopo la trasmissione, 18.000 utenti avrebbero disdettato l'abbonamento e circa 35.000 avrebbero rinunciato ad abbonarsi (sarei curioso di sapere come hanno effettuato queste stime!).

Report, come unica voce giornalistica fuori dall'attuale coro di zelanti "giornalecchini" del potere, si era occupata di molti discutibili aspetti delle strategie commerciali, dai contenuti video "autogestiti" che possono essere anche pornografici (in particolare legati ai rischi per i minori che armeggiano con disinvoltura un videofonino), alla quotazione in borsa più volte rinviata, ai problemi delle frequenze televisive.

Nella trasmissione era stato dato molto spazio alle posizioni di 3, rappresentate al massimo livello dall'amministratore delegato Vincenzo Novari, che aveva potuto tranquillamente e lungamente replicare a obiezioni e domande.

E' soprprendente questa richiesta così ingente di danni, motivata con una perdita di abbonati effettivi e addirittura potenziali, nei confronti di un soggetto "la Rai", che ora deve fornirle contenuti per i nuovi tvfonini che l'azienda telefonica sta sponsorizzando per seguire più comodamente i mondiali da sotto l'ombrellone.

A tale rigurado alcune perplessità sono già state esposte dal nostro Grillo nazionale.

Appare invece più preoccupante l'allineamento di 3 a Telecom Italia nel rispondere con iniziative giudiziarie alle critiche liberamente espresse dalla stampa e dalla TV, nello stesso momento in cui la stessa 3 diventa una Tv e quindi entra nel mondo dell'informazione con il lancio della propria Tv e quindi un concorrente della stessa Rai. In questo senso l'insofferenza alle critiche accomuna tutti i protagonisti delle Tlc, sia i vecchi che i nuovi, già molto potenti come inserzionisti pubblicitari.

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